Le regole dell’attrazione interpersonale sono 3: vicinanza, somiglianza, simpatia. Per questo a lavoro, ma anche on-line, a furia di scriversi e sentirsi, si “crede” talvolta di piacersi, quando invece è solo vicinanza.
Persone che sono nelle condizioni di frequentarsi ogni giorno, anche virtualmente, occupano il loro tempo insieme e piano piano tendono ad assomigliarsi, se costrette dal ruolo lavorativo a collaborare.
La somiglianza non è detto sia evidente. Può anche essere nascosta e rappresentata da modi di dire, regole condivise, piccole usanze informali che servono ad un team di lavoro ad uniformarsi e rendersi più attraenti gli uni agli altri, perché costretti a lavorare assieme.
Costretti sì poiché i colleghi non li scegliamo noi ma li troviamo già sul lavoro.
Poi stabilita la prima fase di adattamento a norme comuni di gruppo, la vicinanza costante può anche facilitare l’attrazione reciproca. Talvolta farci pensare di avere scoperto l’anima gemella sul lavoro.
E’ lo stesso motivo per cui nelle trasferte si scoraggiano situazioni promiscue che potrebbero sfociare in relazioni sentimentali sul lavoro, con la conseguente compromissione del lavoro stesso, e magari di famiglie o fidanzati a casa.
Ma soprattutto da considerare sempre con lucidità la regola della vicinanza nell’attrazione. E’ questa persona per me unica oppure me ne sento attratto solo perché tutti i giorni condivido con lei tante cose ma, in una moltitudine di gente, non l’avrei scelta?
I sentimenti ed il lavoro non vanno troppo d’accordo.
A meno che non troviamo l’anima gemella (un caso su un milione) è utile che la vicinanza lavorativa sia una lontananza relazionale che ci consenta di mantenerci lucidi sulla nostra carriera e sui nostri obiettivi senza inquinarli con rapporti che ci costerebbero al contrario la carriera stessa tra qualche anno.
Per questo è fondamentale che la nostra vita privata venga coltivata e preservata dal lavoro. Stabilendo una netta linea di separazione tra tempi e persone di lavoro, e affetti.