Il 6 maggio si è svolta una webinar on line rivolta a genitori e tenuta da me e dalla collega Sessuologa Irina Bessi, da cui voglio trarre spunto per raccontare cosa ne penso.
E’ facile che un genitore, mentre crede di poter aspettare a raccontare ai figli che crescono della sessualità, se lo senta spiegare da loro prima del previsto. Il web infatti ha anticipato i tempi dell’avvicinamento all’informazione, che in questo caso spesso si chiama disinformazione, o informazione distorta. Millennials e Generazione Z, nonostante siano nati digitalizzati non hanno ancora correttamente «aggiornato» le informazioni sul sesso.
Dalle statistiche risulta che i giovani parlano con i genitori solo per il 20% della sessualità, il resto, ovvero per l’80% delle volte ne parlano coi pari, ed in Italia il 74% degli adolescenti maschi e il 37% delle femmine usa il web per informarsi sul sesso, fare sesso e vederlo fare da altri.
Internet fornisce canali di informazione non controllati, dove la qualità delle notizie può essere molto bassa. Così i giovani non imparano facendo, ma guardando per poi replicare ciò che hanno visto. La sessualità perde la sua valenza esperienziale positiva, i sensi attivati, l’ascolto del proprio corpo e la conoscenza del corpo altrui, la tensione che cresce e l’esplosione del desiderio e delle emozioni.
Per arginare questo inconveniente, che può degenerare sfociando in dipendenze da web e scambio di immagini relative al sesso (Cybersex e Sexting) il genitore deve perciò passare il concetto che la relazione sessuale dovrebbe essere il frutto di una scelta: due persone che liberamente e responsabilmente decidono di fare incontrare le loro esperienze, le loro emozioni, le loro fantasie, i loro valori e i loro corpi. Sono questi gli spunti di riflessione da cui un genitore dovrebbe partire per comunicare con i propri figli. Cosa il ragazzo prova, cosa conosce del suo corpo e quali informazioni possiede sono conoscenze utili per entrare in questa sfera.
ASCOLTO EMOTIVO, rispetto e consenso sono buoni ingredienti per attivare una risposta sessuale soddisfacente ad ogni età, a maggior ragione forniamo questi strumenti di riflessione alle nuove generazioni.
Si, il CONSENSO, è bene ricordare come pressioni mediatiche e sociali spesso impongono ai ragazzi di accelerare le tappe, senza il pieno possesso degli strumenti necessari.
“Mi trovo in una situazione erotica che presuppone l’inizio dell’atto sessuale, vorrei retrocedere, ma mi vergogno a dire di NO” “Cosa penserà lui/lei?” Sono domande comuni.
Non esiste un’età anagrafica per essere pronti alla vita sessuale, esiste però una maturità mentale e fisica che rende l’esperienza maggiormente soddisfacente e permette di non esporsi a rischi.
Per non parlare del fatto, come riporta l’Oms, che oggi si conoscono oltre 30 diversi patogeni, responsabili di infezioni sessualmente trasmissibili. Infezioni che consistono nell’invasione e nella moltiplicazione nei tessuti del corpo di microorganismi parassiti: batteri, virus, funghi, protozoi. Infezioni in largo aumento tra la popolazione adolescenziale.
Se F. ha un rapporto non protetto con R. ; F. avrà un rapporto anche con tutti i partner avuti in precedenza da R. e così via… entrando in un circolo pieno di rischi.
Il compito dei genitori, come sempre meravigliosamente complicato è anche quello, qualora non si posseggano tutti gli strumenti necessari, di rivolgersi a professionisti per avere una spalla d’appoggio nell’affrontare le molte sfaccettature della sessualità e di stimolare la scuola ad educare anche a questi temi ancora troppo spesso considerati tabù.
Ma la discussione non è da prendere con gravosità, accendendo i riflettori sopra ad un argomento tabù, è piuttosto da affrontare giorno dopo giorno come informazione e conversazione che ha un tono naturale e scientifico, di ciò che la vita ci pone davanti, della natura delle relazioni tra adulti, della distanza interpersonale e della vicinanza intima. Solo un genitore che ha già risolto le sue preoccupazioni e dubbi legati alla sessualità può essere equilibrato nel parlare di ciò, ed è questo il vero punto per un adulto: riconoscere quanto questo argomento metta in imbarazzo l’adulto stesso, e quanto sia il genitore per primo a doversi informare e a dover talvolta ancora fare “pace” col tabù e le credenze antiche che dimorano dentro di lui.