Non è più attuale pensare a fare cose quando tutto finirà: Lavoro famiglia stile di vita, vanno fatti progetti nel presente e con quello che si può fare adesso.
Anche l’incertezza produce Stress, ma in quanto negativo va usato bene.
Lo stress è la differenza percepita tra l’attesa di uno sforzo e l’effettiva fatica che ci viene richiesta nella realtà.
Il gap tra le due cose può anche essere in negativo e farci avanzare delle energie che avevamo messo in riserva per fare delle cose, rimanendo fluttuante. Quando ciò si verifica parliamo di stress negativo. Al contrario del surmenage non produce malattie o infortuni ma tanta aggressività, ovvero forza che dobbiamo scaricare e non sappiamo come e dove.
È quello che succede adesso.
Tante attese e nessun orizzonte certo. Energie fluttuanti che non si sa dove indirizzare e che, se tenute troppo ferme, non possono che sfociare in aggressività o comportamenti sterili.
Il mondo è quello che abbiamo qui e ora.
Va vissuto impiegando le nostre energie in progetti del qui e ora. Non abbiamo un lavoro: facciamo volontariato. Diamo senso al tempo che non sia l’attesa di qualcosa che molto probabilmente non verrà, o non come vorremmo e mai più come prima. Diamo senso a questo tempo per ciò che abbiamo adesso.
Al dolore della perdita segue sempre l’incredulità o il senso di ingiustizia, per poi finire nella rassegnazione ed infine nella ripresa. Ma la ripresa lavorativa è innanzitutto ripresa psicologica, è capacità manageriale forte, è presenza autorevole e centrata sul presente.
La svolta è nel desiderio che si realizza adesso con ciò che si ha non nella speranza di ripristino di ciò che si aveva.
Il dolore della constatazione che la vita che facciamo non è quella che volevamo, va affrontato non negando e tenendo duro su ciò che abbiamo impostato. Con umiltà e intelligenza va smontata pezzo per pezzo e rimontata in altra maniera, buttando anche via, tutto ciò che finora abbiamo dovuto tenere per mera immagine di noi stessi forti e impavidi, stressati ed in surmenage.
Ora possiamo fare il vecchio caro “repulisti” e vivere di poche cose, piccole ma presenti adesso.
Il mondo ci offrirà allora una moltitudine di occasioni di conoscenza, di crescita, di realizzazione di un altro sé più vicino al nostro vero sé.
Occasioni per prendere ciò che ci viene dato, e anche raccogliere ciò che non abbiamo seminato. Ed anche questa è una bella occasione non solo per la morale della favola ma anche, perché no, per godere di ciò che abbiamo lasciato indietro dicendoci finalmente ad alta voce che non c’interessava.